Gaetano Braga (Giulianova, 9 Giugno 1829 – Milano, 20 Novembre 1907): insigne violoncellista, compositore ed operista; fu concertista di fama internazionale. Conosciuto come autore della celebre Leggenda Valacca, una delle più note romanze da salotto, eseguita, registrata e pubblicata (oltre 250 volte) in tutto il mondo tra la fine dell’Ottocento e i nostri giorni. Occupò un posto di primo piano tra i virtuosi di violoncello più noti del suo tempo.

L’infanzia e gli studi

Da fanciullo i suoi genitori lo stavano avviando alla carriera ecclesiastica, quando la Duchessa d’Atri, Giulia Colonna, notate in lui spiccate attitudini musicali, lo aiutò a superare le difficoltà famigliari, che gli impedivano il trasferimento a Napoli, presso il Conservatorio “S. Pietro a Maiella”. Qui fu ammesso, primo tra tutti i candidati, nella classe di Canto; ma, rimasto affascinato dal suono del violoncello di un compagno di Collegio, Laboccetta, volle prendere, da questi, di nascosto, delle lezioni. Il direttore Saverio Mercadante, scopertolo a suonare in orchestra, e sorpreso dalla sua bravura, fece subito costruire per lui un violoncello dal liutaio Gagliano, e affidò Braga al Maestro Ciaudelli, allievo a sua volta di Paganini (il quale suonava anche il violoncello) e di Vincenzo Fenzi il cui figlio, Scipione, nel 1870 divenne docente al Conservatorio di Mosca, fondato proprio in quegli anni.

Gli inizi della carriera

Braga debuttò a Napoli all’etá di 14 anni e dopo una tournée in varie città italiane (1853) (Firenze, Bologna, Trieste…), si fermò a Vienna, dove prese parte al celebre Quartetto di Mayseder. Si recò, poi, a Parigi (1854), dove rimase per circa 40 anni, e suonò con i più famosi musicisti del suo tempo (Bizet, Rubistein, Saint-Saens, Debussy, Gounod), con i migliori pianisti (Liszt, Thalberg, Sgambati, Martucci, Lubech, Prudent, Fumagalli, Stanzieri, Goria, Ravina), violinisti (Sivori, Pinto, Alard, Vieux-Temps) e col celebre contrabbassista Bottesini. A Parigi conobbe Charles François Gounod, e partecipò alla prima esecuzione assoluta della sua celebre Ave Maria. Conobbe anche Halévy, Auber, Meyerbeer, Massenet, Verdi, e divenne intimo amico di Rossini, il quale compose per lui
Une larme; entrò nella cerchia dei migliori artisti di Parigi (Doré, Delacroix, Dumas, Boldini, Palizzi, De Nittis, ecc.).

Gli anni della popolarità

Nel 1856 proseguì l’attività a Londra, dove acquistò lo Stradivari che ancora oggi, suonato dalla Prof.ssa Myung-Wha Chung, porta il suo nome. Dall’ottobre 1874 al maggio 1875 effettuò anche una lunga tournée in America e i giornali di Chicago, dopo numerosi successi, lo definirono King Violoncellist.

Come compositore, ebbe per maestro Saverio Mercadante, e scrisse numerosi brani di musica strumentale da camera, principalmente per violoncello; nelle composizioni per canto spicca la celeberrima Leggenda Valacca, citata persino da A. Čechov, nel racconto Il monaco nero.
Revisionò anche il noto Metodo per violoncello di J. J. Dotzauer che, stampato da Ricordi, venne adottato in tutti i Conservatori ed ancora oggi usato dagli studenti. Scrisse una decina di opere liriche, collaborando con noti librettisti quali Antonio Ghislanzoni, Francesco Maria Piave, Achille De Lauzières; alcune di esse vennero rappresentate con un certo successo a Vienna (Estella di S. Germano), a Parigi (La Mendicante), a Lisbona (Caligola), e due al Teatro Alla Scala di Milano.

A Parigi fu insegnante di canto molto ricercato, consigliato da Giuseppe Verdi e Halevy,
a celebri cantanti come la Nilsson, Adelina Patti, la Frezzolini, Maria Lafon, la Bosio etc., per il perfezionamento di brani d’opera. Per il mezzosoprano Adelaide Borghi-Mamo, sua allieva prediletta, Braga scrisse un’opera e alcune composizioni da camera, tra cui la Leggenda Valacca. Fu molto amico di Antonio Fogazzaro del quale musicò Il canto della ricamatrice, e lo scrittore, a sua volta, lo ritrasse nella novella Il Maestro Chieco.

Gli ultimi anni

Lasciò Parigi nel 1894, per stabilirsi a Milano dove continuò la sua attività di violoncellista fino al settembre 1903, quando fu colpito da emiparesi e non potette più suonare il suo magico Stradivari.

Tra i suoi amici e corrispondenti vanno annoverati gli abruzzesi Gabriele D’Annunzio, Francesco Paolo Michetti, Costantino Barbella e Francesco Paolo Tosti.
Il 20 novembre 1907, circondato dall’affetto e dalla stima di molti amici, cessò di vivere.
Le sue ceneri riposano presso il Tempio Crematorio del Cimitero Monumentale di Milano.

Risulta segnalato sotto la voce “violoncellista” del Dizionario Italiano N. Zingarelli (ed. 1942) come “il grande Braga”, e menzionato nell’Enciclopedia Treccani, oltre al Dictionnaire de musique, di Hugo Riemann, ed in moltissime altre opere.
Il violoncello che lo accompagnò in tutta la sua lunga vita artistica, uno Stradivari del 1731, continua a deliziare il pubblico attraverso i virtuosismi dell’attuale proprietaria, la violoncellista americana, Myung Wha Chung.